Dall'infanzia nel gruppo Mera Menhir alla popolarità internazionale con il Canzoniere Grecanico Salentino, Alessia Tondo è una delle voci più belle e significative del panorama pugliese. È stata lanciata dai Sud Sound System, a soli tredici anni è diventata voce solista dell'Orchestra della Notte della Taranta (ha duettato con tutti gli ospiti e con i maestri come Mauro Pagani, Goran Bregovic, Giovanni Sollima, Phil Manzanera, Carmen Consoli, Raphael Gualazzi), ha collaborato con l'Orchestra Popolare Italiana di Ambrogio Sparagna, i
Radiodervish, Michele Lobaccaro, Ludovico Einaudi (per il quale ha scritto il testo della fortunata Nuvole bianche), Admir Shkurtaj e molti altri.
Sita, è il suo primo lavoro da solista con il quale decide di uscire finalmente allo scoperto per dire la sua e dare la propria “visione” della musica popolare con dei brani originali, scritti di suo pugno, in cui affida la sua voce a originali intrecci vocali e a delle ballate, tutte in dialetto salentino per raccontare con più verità la propria radice e identità. Un gioco di voci, controcanti e sussurri che qua e là strizzano l’occhio al Brasile, al cantautorato intimo di Drake e alla malinconia di certe ballads di Tom Waits ma che non perdono mai di vista la radice da
cui provengono.
Un lavoro prezioso, intimo ma al tempo stesso universale, magico e profondo; uno dei rari esempi in cui la cultura popolare, nello specifico quella del Salento da cui Alessia Tondo proviene, è personalizzata e trasfigurata in chiave visionaria.
Il disco ha vinto il Premio Loano Giovani 2021 ed è stato segnalato da Il Giornale della Musica tra i 10 migliori album del 2021. Sita in dialetto significa melograno, frutto prezioso ed elegante che in tutta l’area del Mediterraneo è simbolo di buon augurio incontro e condivisione. E così Sita svela un volto misterico e terapeutico della musica popolare come una forma di esorcismo contro i cattivi pensieri, un rito di guarigione catartico che si compie ogni volta attraverso le parole e la sua musica. Un lavoro che, anche nel concerto che la accompagna, si basa sulla semplicità – solo apparente – e sulla verità della sua voce meravigliosa accompagnata dalla chitarra, dai tamburi a cornice e dalla collaborazione di una loop machine che ne arricchisce l’espressività.
Brani originali, parole e musica, che riprendono i modi della tradizione e li trasfigurano in una sorta di camerismo che ha l’eleganza della musica colta e l’emozione di quella popolare.
Passato e futuro, tradizione e avanguardia, quotidiano ed eterno in un esperimento audace, enigmatico, rivelatorio.
“Sita è la mia personale narrazione del rito di guarigione. Tutti i riti di guarigione in tutte le tradizioni sono accompagnati da una narrazione, un racconto, delle musiche. La narrazione aiuta ad esorcizzare il male. Sita è il mio buon augurio affinché ognuno trovi la propria narrazione del rito di guarigione, che ciascuno possa raccontarsi di poter guarire e intraprendere il cammino che dall'ombra e il buio porterà alla luce e alla guarigione. Ed è un augurio affinché si abbattano le distanze e ci si senta uniti.
Alessia Tondo
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